Inpgi; i consiglieri di maggioranza del Cda: «Non esiste previdenza senza buona occupazione»
Le «misure a sostegno del lavoro giornalistico» inserite tramite un emendamento nel progetto di Legge di Bilancio 2021 sono «insufficienti a ripianare il dissesto finanziario dell’Istituto, conseguenza di una crisi occupazionale senza precedenti, prepensionamenti e abuso di lavoro atipico». Lo affermano in un documento i consiglieri giornalisti di maggioranza del Cda dell’Inpgi. Per questo tornano a sollecitare «il Governo ad anticipare il trasferimento da Inps a Inpgi dei contributi di quanti lavorano a vario titolo nell’ambito dell’informazione e della comunicazione» e aderiscono «all’appello rivolto al Presidente della Repubblica e firmato da centinaia di colleghi per contrastare il precariato».
Convenzione Casagit-Fnsi: la verità emerge dai numeri
Sulla ridefinizione della convenzione tra Casagit e Fnsi sette componenti del Cda e dodici fiduciari regionali fanno chiarezza sulla mozione approvata in assemblea
Precariato e sfruttamento: dignità del lavoro per salvare Inpgi
Combattiamo precarietà e sfruttamento per salvare Inpgi, per la dignità delle persone e del lavoro. Un appello che ha visto in 36 ore aderire 926 colleghi e colleghe da tutta Italia e che è stato inviato al Quirinale. La raccolta di firme va comunque avanti: è possibile aderire via email scrivendo a: appello.dignita.lavoro.inpgi@gmail.com
Inpgi: consiglieri maggioranza, «Primo passo verso soluzione stabile per i conti»
Il Governo ha chiarito che sono ancora validi gli impegni assunti al tavolo con Inpgi ed Fnsi sul futuro dell’Istituto di Previdenza dei Giornalisti Italiani.
Google e Facebook “editori” per piccole testate: battaglia da combattere (e qualcuno l’ha già vinta)
In base alla legge di imminente approvazione, in Australia le Big Tech «dovranno concordare i pagamenti per i contenuti che appaiono sulle loro piattaforme con editori ed emittenti locali». Con una norma simile nel nostro Paese, le realtà piccolissime potrebbero sfilarsi dalle sovvenzioni elargite dal potente di turno per poter offrire un’informazione libera e magari retribuita dignitosamente.
Giornalisti, il Tribunale di Roma dà ragione all’Inpgi: «Il lavoro da casa è co.co.co. e non occasionale»
L’Inpgi ha ottenuto un decreto ingiuntivo per il recupero di contributi previdenziali non versati da una società editoriale che si è opposta. La pronuncia risale all’ottobre dello scorso anno, quando il Covid-19 era un problema solo cinese.
Informazione: dopo quella di ieri su Report, altra “bufala”; vittima stavolta Il Sole-24 Ore
Dopo quella di ieri ai danni di Report, altra “bufala” in Rete, oggi, ai danni di un organo di informazione. Stavolta è toccato al quotidiano economico Il Sole-24 Ore. Gli strateghi delle fake news sembra che continuino ad averte nel mirino l’informazione di qualità, con l’intento evidentemente di minarne credibilità e seguito.
Falso appello per Report: le “bufale” hanno sempre uno scopo. Perverso
Chi oggi ha diffuso ad arte su Facebook e tramite WhatsApp, i due strumenti di socializzazione più usati dalla generalità delle persone, la “bufala” della chiusura di Report, non l’ha fatto a caso. E non è una buona cosa, anche se qualcuno pensa (in buona fede) che serva comunque a sollevare l’attenzione dell’opinione pubblica a tutela del meritevole programma di approfondimento giornalistico della Rai.
Concorso Rai: buona la prima; la prova vista “da dentro” nelle parole di un partecipante
Due settimane fa la regolarizzazione di 240 precari attraverso il “giusto contratto”, accordo sindacale raggiunto dopo un’impegnativa trattativa, e ora la prima prova del concorso per l’assunzione di 90 giornalisti nelle sedi regionali: un appuntamento, ad onta di chi ha cercato di fermare la selezione pubblica, ben preparato e condotto con uno sforzo organizzativo adeguato alle esigenze dettate dalla sicurezza sanitaria che richiedeva il numero di candidati, come ci racconta, con un suo intervento da noi qui raccolto, uno dei partecipanti alla selezione. Così dalla Rai arriva uno spiraglio occupazionale per i giornalisti, molti dei quali precari, in questo periodo particolarmente difficile per il settore dell’informazione.