I neoeletti consiglieri Ginex e Motta sono rispettivamente il nuovo presidente e vice presidente dell’Inpgi, nel segno del rinnovamento. Marciano: «Grazie a chi di noi ha permesso di arrivare ad assicurare oggi 15ml di welfare per la parte più debole della categoria dei giornalisti»
I neoeletti consiglieri dell’Inpgi, in occasione delle consultazioni dello scorso maggio, Roberto Ginex e Mattia Motta sono rispettivamente il nuovo presidente e il nuovo vicepresidente dell’Inpgi, l’Istituto di previdenza dei giornalisti italiani che si trova ora nella nuova veste di ente dei soli lavoratori autonomi, dopo che la gestione dei lavoratori dipendenti è confluita nell’Inps a causa della forte riduzione dei contratti di lavoro. I nuovi vertici li ha votati nella mattinata del 12 luglio il nuovo Consiglio di amministrazione, che con questa scelta ha voluto segnare una novità, scegliendo due consiglieri alla loro prima esperienza all’Inpgi, rispetto al lavoro svolto delle precedenti rappresentanze degli autonomi nel Comitato amministratore della ex Gestione separata.
Ai colleghi Ginex e Motta, di cui conosco il valore professionale, va il mio augurio di buon lavoro. Con l’auspicio che possano al più presto, da neofiti, entrare nel vivo delle dinamiche dell’Inpgi (ente complesso perché gestisce in forza di legge la previdenza obbligatoria sotto la vigilanza dei Ministeri del Lavoro e dell’Economia) al fine di rispondere al meglio alle esigenze dei circa 47mila giornalisti liberi professionisti o parasubordinati oggi iscritti.
Il mio impegno continua
Per quanto mi riguarda, cercherò di continuare a portare, seppur solo da semplice consigliere, nel nuovo Consiglio di amministrazione dell’Inpgi la esperienza e il profondo senso di umanità riscontrati nel mio impegno nel Comitato amministratore della ex Gestione separata e in tanti anni di incontri faccia a faccia al mio sportello informativo e di assistenza per i colleghi, tenuto in presenza a Roma il martedì mattina, via telefono e online, e anche attraverso la mia newsletter.
I ringraziamenti
Debbo anche esprimere dei ringraziamenti molto sentiti, con forte affetto.
Innanzitutto ai tanti colleghi di tutta Italia che (molti fin da prima delle elezioni) mi hanno espresso fiducia e apprezzamento per il lavoro svolto al servizio dei giornalisti autonomi con lo sportello, la newsletter e il mio impegno nel Comitato amministratore della ex Gestione separata Inpgi. Tanto che questi colleghi sono arrivati a sostenere la mia candidatura come presidente di quell’Inpgi dei lavoratori autonomi per il quale penso di essermi impegnato sempre con il massimo delle mie energie. O in alternativa, almeno come vicepresidente. Ipotesi che, nonostante il loro impegno, non si sono concretizzate.
Debbo anche un sentito ringraziamento ai 507 elettori che con la loro preferenza mi hanno permesso di raggiungere la maggioranza assoluta dei voti nella mia regione, il Lazio, e la seconda posizione nella graduatoria delle preferenze in tutta Italia. Insieme a loro non posso non ringraziare gli altri cinque candidati dell’alleanza tra Controcorrente Lazio e l’Associazione professionale “Giornalisti 2.0” e tutti gli altri appartenenti alle due parti della coalizione per l’impegno e la dedizione, testimoniati dai risultati elettorali.
I colleghi di lavoro nell’Inpgi
Nel corso del primo dei miei interventi tenuti in occasione del Cda del 12 luglio ho voluto esprimere altri doverosi ringraziamenti.
Ai colleghi Stefania Di Mitrio e Nicola Chiarini, con i quali ho condiviso gli ultimi anni di lavoro nel Comitato amministratore, iniziati con il periodo disastroso del Covid, che anche distanti tra noi ci ha impegnati a tenerci in contatto assicurare tempestivamente i sostegni economici fondamentali in quel periodo per i colleghi. Ai colleghi Ezio Ercole e Orazio Raffa, con i quali non sempre mi sono trovato d’accordo nel Comitato amministratore, ma dei quali ho apprezzato la sincera volontà di contribuire con le loro idee, tanto che molte decisioni importanti per i colleghi le abbiamo prese all’unanimità, dopo esserci confrontati.
Alla collega Olimpia De Casa, che con competenza e dedizione non solo si è applicata nel suo delicato ruolo di componete del Collegio dei sindaci dell’Inpgi in rappresentanza dei giornalisti autonomi, ma ha anche offerto il suo servizio di assistenza e consulenza ai colleghi.
Ai presidenti dell’Inpgi che ho avuto la possibilità di conoscere e con cui ho avuto l’onore di lavorare.
Marina Macelloni, che si è assunta l’onere di gestire il momento più difficile della storia dell’Inpgi, con il crollo verticale dei contratti di lavoro: non le abbiamo fatto certo un favore eleggendola presidente, perché finché tutto va bene tutti se ne assumono il merito, ma quando c’è qualche crisi è l’allenatore che paga per tutta la squadra.
Andrea Camporese, che per la prima e finora unica volta nella storia della nostra professione ha portato i giornalisti al vertice dell’associazione degli enti previdenziali privati e in responsabilità di primo piano nei gruppi di professionisti nell’Unione europea. Sopportando anche accuse infamanti, che si sono poi sciolte come neve al sole.
Gabriele Cescutti, l’unico al quale purtroppo non potrò portare i miei ringraziamenti di persona perché recentemente scomparso, che ha avuto la capacità di “vedere oltre” in un periodo in cui i giornalisti autonomi da tantissimi erano considerati, altezzosamente, di “Serie B”. Ma non da lui, che ha voluto la nascita della vecchia Gestione separata, oggi l’Inpgi del presente e del futuro.
La struttura dell’Inpgi
Un grazie a dipendenti, quadri e dirigenti dell’Inpgi, e in primo luogo alla direttrice generale, Mimma Iorio, perché con la loro competenza e il loro forte senso di appartenenza all’Ente hanno permesso, e continueranno a permettere, agli amministratori dell’Inpgi di affrontare le proprie responsabilità – non solo politiche, ma anche amministrative, civili, penali e contabili – in sicurezza.
Welfare: 15 milioni in sette anni per freelance e parasubordinati
Il grazie a tutte queste persone è dovuto perché è per esclusivo merito loro che non solo si assicurerà una previdenza per 47mila giornalisti autonomi quando sarà per loro il momento della pensione, ma anche perché fra due anni – quando si porterà a compimento il primo progetto di Casagit W-In, l’assistenza sanitaria gratuita per migliaia di giornalisti freelance, che mi auguro venga prorogato dalla nuova dirigenza dell’Inpgi – saranno stati stanziati ben 15 milioni di euro in sette anni a favore del welfare della parte più debole economicamente della nostra categoria professionale.
L’eredità
Questa è l’eredità che noi – che abbiamo lavorato a favore dei giornalisti freelance, precari e parasubordinati per costruire forme di previdenza e di welfare in un periodo in cui i problemi del lavoro giornalistico non dipendente erano visti solo come una “rogna” da scaricare su pochi disponibili a lavorarci – lasciamo ai nuovi vertici dell’Inpgi. Buon lavoro!
Giornalista professionista freelance. Dal 1983 collaboratore di testate locali e nazionali dai Castelli Romani per cronaca e sport. Presidente e docente dell’Università Popolare Castelli Romani, Ente terzo autorizzato dal Ministero della Giustizia alla Formazione professionale continua per gli iscritti all’Ordine dei giornalisti. Consigliere dell’Inpgi e dell’Associazione stampa romana.
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