Il cosiddetto Decreto sostegni, recentemente varato dal governo, contiene un insieme di norme: alcune già operative e altre che attendono un ulteriore passaggio amministrativo per la loro definizione. Tra le norme già operative, vi è quella per i sostegni ai lavoratori autonomi con partita Iva. Questo provvedimento interessa la generalità dei lavoratori italiani e quindi, in parte, anche gli iscritti agli Ordini professionali: anche i giornalisti autonomi titolari di partita Iva. Per illustrarlo nel dettaglio, la Federazione nazionale della stampa ha approntato un apposito aggiornamento delle faq che pubblica sul suo sito.
Altre previsioni sono state messe in campo, riguardo esclusivamente tutti i lavoratori autonomi delle professioni, e quindi anche i giornalisti iscritti alla Gestione separata Inpgi. Ma per questo secondo pacchetto di provvedimenti, rivolto ai contribuenti alle Casse previdenziali collegate all’iscrizione a un Ordine professionale, indipendentemente dall’essere o meno titolari di partita Iva, si attendono i relativi provvedimenti amministrativi di attuazione.
La complessità degli interventi messi in campo dal Decreto Legge 70/2021 (il cosiddetto Decreto sostegni) ha creato perplessità e dubbi tra i lavoratori autonomi iscritti alle Casse previdenziali collegate agli Ordini professionali. Perché occorre distinguere tra provvedimenti ancora da definire amministrativamente per gli iscritti agli Ordini professionali e provvedimenti già in atto per la generalità dei lavoratori italiani.
I sostegni ancora da definire
Lo scorso anno sono stati circa 500mila i professionisti italiani che hanno beneficiato dei tre bonus per il sostegno alle perdite conseguenti alla pandemia. Le Casse private dei professionisti italiani hanno anticipato per conto dello Stato oltre un miliardo di euro ai propri iscritti. Compresi i giornalisti autonomi iscritti all’Inpgi 2, che hanno ricevuto le erogazioni da parte della Gestione separata dell’Inpgi.
Per tutti questi professionisti, con o senza partita Iva, si attendono ancora le norme amministrative che dovranno definire i sostegni economici per far fronte alla riduzione del reddito in conseguenza della pandemia. Le norme dovrebbero definire l’esonero parziale dal versamento dei contributi previdenziali (sono interessati 330 mila professionisti italiani, compresi i giornalisti autonomi iscritti all’Inpgi 2) e un nuovo accesso al fondo, istituito lo scorso anno, per le erogazioni di indennità economiche a copertura delle perdite.
Una volta definite queste norme, le Casse previdenziali delle professioni potranno, a loro volta, agire di conseguenza, informandone opportunamente i propri iscritti. Compresi i giornalisti che contribuiscono alla Gestione separata dell’Inpgi.
Il sostegno alle partite Iva già in atto
Dal 30 marzo e fino al 28 maggio 2021 i lavoratori autonomi con partita Iva potranno richiedere il contributo a fondo perduto previsto dal Decreto sostegni. Trattandosi di un provvedimento che riguarda la generalità dei lavoratori autonomi italiani titolari di una partita Iva, sono interessati anche i giornalisti che svolgono la libera professione con questo regime fiscale.
La domanda per richiedere il sostegno economico va presentata online attraverso le funzioni contenute in Fisconline, sito dell’Agenzia delle Entrate rivolto ai contribuenti. La presentazione può essere fatta anche per il tramite di un intermediario abilitato. L’Agenzia delle Entrate ha reso disponibili informazioni e documentazione a questo link: Provvedimento del 23 marzo 2021.
La Federazione nazionale della stampa italiana ha provveduto a illustrare nel dettaglio il provvedimento. Il sindacato unico e unitario dei giornalisti italiani ha infatti pubblicato sul proprio sito internet un aggiornamento delle sue faq, curate dal direttore della Fnsi, Tommaso Daquanno. Il punto 4 dell’aggiornamento è interamente dedicato al sostegno destinato ai titolari di partita Iva.
L’aggiornamento delle faq della Fnsi è consultabile e scaricabile a questo link: Faq Fnsi aggiornate al 25 marzo 2021.
Giornalista professionista freelance. Dal 1983 collaboratore di testate locali e nazionali dai Castelli Romani per cronaca e sport. Presidente e docente dell’Università Popolare Castelli Romani, Ente terzo autorizzato dal Ministero della Giustizia alla Formazione professionale continua per gli iscritti all’Ordine dei giornalisti. Consigliere dell’Inpgi e dell’Associazione stampa romana.
Leggo di sostegno ai giornalisti con partita IVA . Mi sembra un’altra palese iniquità nei confronti di coloro che, invece, non operano con tale regime. E’ il caso di tantissimi free lanche che nell’ultimo anno hanno perso dal 30 al 70% degli introiti ma non riceveranno alcun indennizzo perché non posseggono la partita IVA. Eppure conosco casi di colleghi che nell’arco dell’ultimo anno non hanno visto ridotto minimante il proprio reddito contrattualizzato eppure hanno beneficiato del contributo perché in possesso di partita IVA. Dispiace rilevare che , come sempre, a rimetterci siano le categorie meno protette e che già sono in balia di compensi miseri e umilianti, alla mercè di chi approfitta di questa situazione per ridurre gli spazi per i collaboratori esterni che così guadagnano sempre meno e non ricevono neppure aiuti. Con ossequio
Nel pezzo spiego che si tratta di due fonti normative diverse. Quindi, lo ripeto anche qui per ulteriore chiarezza, si parla di due cose diverse: una norma già attiva, perché prevista per la generalità del lavoratori italiani titolari di partita Iva (non solo gli iscritti alle Casse professionali), un’altra ancora in via di definizione, destinata ai soli iscritti alle Casse (come lo scorso anno). In ogni caso sono fonti normative: quindi dipendono dalle scelte operate del legislatore (anche per quanto riguarda i tempi di approvazione di una e dell’altra).
Buonasera,
intanto grazie perchè devo dire che lei è l’unico che ha cercato di fare chiarezza sulla situazione dei giornalisti autonomi senza partita iva. L’Inpgi – tanto per fare un esempio – nella comunicazione ufficiale di ieri non dice assolutamente nulla al riguardo.
Detto questo, quel che non riesco a capire è se effettivamente un sostegno economico per la categoria è previsto oppure no. Sul sito di Governo, Mef o Agenzia delle entrate non mi sembra ci siano indicazioni per il momento.
Secondo lei ci stanno lavorando? Possiamo aspettare fiduciosi? Se sì, ci sono ipotesi di tempistiche per approvazione ed erogazione del contributo?
Grazie ancora,
Enzo
Caro collega,
grazie per le belle parole e per la fiducia nelle mie capacità di intuire percorsi decisionali che appartengono solo alla politica. Tempi e modalità delle decisioni politiche non sono, infatti, in grado di prevederne. Quello che è certo è che ci dovranno essere norme applicative per l’esenzione parziale dalla contribuzione. Quando, non è possibile prevederlo: saranno i tempi delle decisioni politiche.
L’Inpgi non dice nulla al riguardo di interventi sugli autonomi senza partita Iva semplicemente perché, come istituzione di interesse pubblico, interviene giustamente solo sulle cose certe. L’approvazione di norme che stabiliscano sotto una qualche forma interventi come quelli dei bonus dello scorso anno può essere ipotizzata ma finché non verrà fissata in norme non è certa.
Sono un free lance con partita iva in regime forfettario iscritto però all’Inpgi2. In questo caso ovviamente devo attendere le norme relative alle casse, è corrwtta la mia interpretazione?
No, puoi presentare sia la domanda ora in quanto titolare di partita Iva, perché la norma non prevede alcun discrimine in base al codice Ateco ed è rivolta alla generalità dei lavoratori soggetti Iva, sia successivamente anche per eventuali futuri sostegni che potranno essere previsti per gli iscritti alle Casse professionali. A meno che queste successive norme non escludano coloro che avranno già ottenuto il sostegno per le partite Iva, ma questo ora non si sa.
grazie per il chiarimento…attenderò di capire le normative per le casse e poi cosi potrò capire se fare domanda o no per entrambe. saluti