Ampliamento della platea contributiva dell’Inpgi ai comunicatori, varo dell’accordo sull’equo compenso per combattere la deriva del precariato. Nessun intervento finanziario di garanzia pubblica è possibile per l’Istituto di previdenza dei giornalisti, perché non previsto dalla legge. Così il Presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte, ha affrontato i temi salienti del momento che riguardano la professione giornalistica. Lo ha fatto nel corso della tradizionale conferenza stampa di fine anno, tenuta oggi.

Queste le parole di Conte, riportate in un video da Rainews: https://www.rainews.it/dl/rainews/media/giornalisti-conte-allargare-platea-inpgi-comunicatori-fa484221-cf73-4f69-b4a3-d8fb06ddc25d.html

«Possiamo auspicare che si allarghi la base della platea contributiva ai comunicatori e si riesca a costruire un equilibrio finanziario ed economico che consenta all’Inpgi di camminare con le gambe proprie. Dobbiamo lavorare insieme». Così, come riportato dall’Ansa, Conte ha affrontato il tema degli strumenti per garantire la solidità dell’Istituto di previdenza dei giornalisti, e con essa l’autonomia decisionale della categoria in tema di prestazioni di welfare. Temi che sono al centro di un tavolo di confronto fra il governo, l’Inpgi e la Federazione nazionale della stampa italiana.

Il Presidente del Consiglio è anche intervenuto sul tema della cosiddetta “garanzia pubblica”, tesi sostenuta da alcuni gruppi di giornalisti delle minoranze all’interno degli organismi dirigenti di Inpgi e Fnsi. Ovvero, l’ipotesi di un intervento finanziario dello Stato a copertura dell’attuale sbilancio dell’Inpgi fra entrate contributive e spese per prestazioni, determinato dalla crisi del mercato del lavoro editoriale. Intervento ipotizzato utilizzando risorse finanziarie dalle tasse di tutti i cittadini, come lo Stato fa per ripianare il bilancio dell’Inps. Per Conte questo intervento è impossibile, perché vietato dalla legge.

Per quanto riguarda la “garanzia pubblica”, ha spiegato a questo proposito Conte, la legge vieta che ci sia un intervento pubblico diretto per sostenere economicamente gli enti di previdenza privati. Si tratta di una conferma di quanto già da tempo sostenuto dai consiglieri dell’attuale maggioranza di governo dell’Inpgi e della Fnsi (leggi: Inpgi; i consiglieri di maggioranza del Cda: «Non esiste previdenza senza buona occupazione»).

Sull’equo compenso Conte ha ricordato che il sottosegretario Andrea Martella ha riattivato la commissione. «E’ una questione molto complicata: complici anche le difficoltà dello scenario macroeconomico, purtroppo si sta diffondendo sempre più il precariato. Questo si ricollega alle tensioni finanziarie dell’Inpgi di cui conosciamo i problemi», ha spiegato Conte.

La strada principale si conferma l’ampliamento della base contributiva dell’Inpgi a tutti coloro che a vario titolo lavorano nel mondo dell’informazione. Andando così al di là degli stretti limiti attualmente imposti all’Ente dalla non più adeguata legge professionale, che a febbraio compirà 58 anni di vita. Insieme alla definizione di un accordo sull’equo compenso per il lavoro autonomo giornalistico, previsto da una legge dello Stato, al fine di combattere il precariato e favorire l’occupazione stabile e dignitosa. Sono questi, quindi, i temi sui quali Conte ha confermato l’impegno del governo a un lavoro comune con Inpgi e Fnsi nei tavoli di confronto aperti.

«Abbiamo sempre sostenuto e rivendicato con orgoglio che l’autonomia dell’Inpgi è l’unica strada per garantire pensioni e tutele dei giornalisti italiani. Non ci sono scorciatoie: una previdenza sana si costruisce solo partendo dalla qualità e stabilità del lavoro, da compensi equi e da un tessuto industriale solido», ha commentato la presidente dell’Inpgi, Marina Macelloni (leggi: Macelloni «L’Inpgi può camminare con le proprie gambe»). L’Istituto, attraverso la propria newsletter, ha anche rilanciato e sottolineato il passaggio dell’intervento del Presidente del Consiglio sull’Inpgi (leggi: Inpgi: Conte auspica allargamento platea).

Per il segretario generale della Fnsi, Raffaele Lorusso, «Il premier conferma la volontà del governo di mettere in sicurezza l’Istituto nazionale di previdenza dei giornalisti italiani salvaguardandone l’autonomia, senza alimentare ipotesi suggestive» come quella della cosiddetta “garanzia pubblica”. E aggiunge: «Allo stesso modo, va affrontato il problema della lotta al precariato e della definizione dell’equo compenso per i giornalisti lavoratori autonomi, oggetto di discussione fra il sottosegretario con delega all’editoria, Andrea Martella, Fnsi e Fieg, sul quale si attendono le prime risposte entro febbraio» (leggi: «Bene il premier Conte, ora soluzioni in tempi brevi» e Conte: «Garanzia pubblica impossibile per l’Inpgi, lavoriamo per allargare la platea»).

ControCorrente, la componente di maggioranza negli organismi dirigenti di Inpgi e Fnsi, si esprime con nettezza: «La truffa del polo del rancore, ossia illudere i colleghi di poter ottenere la garanzia pubblica per i conti dell’Inpgi, è stata smascherata dalle parole del premier Conte» (leggi: Garanzia pubblica per l’Inpgi, la truffa di Verna e del polo del rancore smascherata in diretta tv dal premier Conte).

(Foto di Filippo Attili dal sito governo.it diffusa con licenza CC-BY-NC-SA 3.0 IT)

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