Controcorrente Lazio: «Stampa Romana, su guerra e informazione interessante dibattito da noi promosso; soddisfazione per la condivisione unitaria di idee con le altre componenti»

Un dibattito approfondito e ricco di riflessioni importanti, quello svoltosi stamane nel Direttivo dell’Associazione stampa romana sul conflitto in Ucraina e sull’informazione sulla guerra. Concluso con un documento elaborato unitariamente da tutte le componenti sindacali e votato all’unanimità.

Un dibattito che i consiglieri e le consigliere di Controcorrente Lazio hanno promosso, raccogliendo le firme a termini di Statuto per convocare il Direttivo (leggi qui: Guerra e deontologia dei giornalisti, Controcorrente Lazio: «Discutiamo sulla giusta misura dell’informazione»). Siamo soddisfatti/e di aver determinato l’occasione, in questo modo, di compiere una profonda riflessione nel nostro sindacato su temi e proposte importanti, intorno ai quali si è raccolta l’adesione unanime di tutti/e al di dà delle sensibilità ideali, legittimamente differenti, delle componenti sindacali.

Quello che segue è il documento votato all’unanimità dal Direttivo.

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La guerra in Ucraina ci interroga su come raccontare questo e gli altri conflitti in corso in vari angoli del mondo.

Di fronte a un dramma di tale livello umano, politico e militare, con centinaia di migliaia di profughi in fuga dalle proprie abitazioni è necessario rispondere alla richiesta di notizie attenendosi ai fatti secondo etica e deontologia professionale.

Assistiamo invece a schieramenti, contrasti tra colleghi al limite della calunnia sulla base di valutazioni politiche legittime ma con scarsa o nulla attinenza ai fatti. In questo modo è costante il rischio di rilanciare consapevolmente o meno propaganda bellica senza verifica delle fonti e senza riscontro di quanto si racconta.

È dovere delle giornaliste e dei giornalisti non prestarsi a un’informazione spesso acritica e richiamare al rispetto della completezza e del pluralismo.

Autonomia e trasparenza vanno salvaguardate rigettando l’ipotesi che siano – anche nel caso del servizio pubblico – enti esterni a stilare liste di chi invitare e chi no: la scelta degli ospiti da invitare deve restare nella esclusiva autonomia di direttrici e direttori di testata.

L’esasperazione dei ritmi della produzione digitale, l’uso massiccio di immagini a volte violente, a volte ricattatorie e il brusio inesausto dei talk show polarizzano le posizioni sacrificando la limpidezza delle notizie e la complessità della loro concatenazione.

Con un effetto paradossale: tanto più si cerca informazione, tanto più i cittadini sono disorientati, tanto meno sì fidano della completezza dei resoconti.

In questo contesto buona parte dell’informazione sul campo è affidata a freelance e videomaker professionisti e pubblicisti spesso senza tutele, senza garanzie contrattuali e senza assicurazioni.

Proprio i freelance e i videomaker stanno producendo con il loro lavoro alcuni dei reportage migliori dall’Ucraina ma la loro condizione contrattuale non cambia. Nessun editore italiano nonostante il loro lavoro prezioso propone una assunzione anche con contratti di lavoro a termine. L’esatto contrario di quanto avviene in Europa. La logica in Italia resta quella della produzione seriale a costi bassi e tutele tendenti allo zero.

Il Direttivo dell’Associazione stampa romana conferma l’impegno del sindacato regionale del Lazio nel mettere in campo tutti gli strumenti a sua disposizione, dall’assistenza sindacale a colleghe e colleghi coinvolti sul terreno, alla promozione di iniziative e dibattiti sul tema di una corretta e completa informazione di guerra.

Il Direttivo sottolinea anche la necessità di reintrodurre e promuovere i corsi di formazione per gli inviati in aree di crisi.

In quest’ottica il Direttivo si impegna a promuovere e realizzare insieme una giornata sul tema: “Informazione e guerra: qualità del lavoro e della vita professionale del giornalista”.

Una buona informazione produce credibilità e forza al nostro sistema produttivo. Non possiamo perdere questa occasione.

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