Come informare l’opinione pubblica in maniera completa, critica, documentata e deontologicamente corretta su vicende che scuotono fortemente le nostre coscienze, quali la guerra in Ucraina e tutte le guerre che insanguinano il mondo? Quali strumenti hanno i giornalisti per ottenere da direttori ed editori il rispetto rigoroso della deontologia professionale nel racconto quotidiano di vicende tanto drammatiche?
I giornalisti e le giornaliste di Controcorrente Lazio hanno chiesto per questi motivi un confronto urgente nel sindacato regionale, attraverso la richiesta di una riunione congiunta del Direttivo dell’Associazione stampa romana e della Consulta che riunisce Comitati e Fiduciari di redazione e rappresentanti dei giornalisti autonomi.
Questo che segue è il testo della richiesta inviata alla segreteria di Stampa Romana.
Immagini di corpi senza vita riversi in terra, di sangue, di vittime di violenze, di bambini atterriti, feriti, uccisi… In questi giorni, nei racconti della guerra in Ucraina abbiamo visto immagini, a corredo di servizi televisivi e articoli di giornale, che nessuna informazione davano in più all’opinione pubblica rispetto al racconto giornalistico e nessuna utilità avevano nella esposizione dei fatti, senza umana pietà né rispetto di norme deontologiche, talvolta anche senza un’accurata verifica della loro provenienza.
Non può lasciarci indifferente il richiamo dell’Esecutivo dell’Ordine nazionale a «riscoprire la nostra professione come un servizio da svolgere in modo attento e rigoroso» attraverso «un uso rispettoso e responsabile dei video e delle riprese, per il racconto del conflitto in Ucraina». Richiamo che esplica tutta la sua forza in tutte le circostanze dove i giornalisti e le giornaliste sono impegnati/e a raccontare le tante altre guerre che nei nostri giorni insanguinano il mondo.
È un forte richiamo alle nostre coscienze umane e professionali che purtroppo si ripete. Come giustamente ricorda la nota dell’Esecutivo dell’Ordine nazionale, «Abbiamo più volte ribadito la necessità e l’importanza di raccontare i fatti della guerra senza censure, ma con umanità e professionalità, evitando di cadere nello show dell’orrore. Le norme deontologiche dei giornalisti indicano un percorso preciso: verità sostanziale dei fatti, nei limiti del possibile e delle fonti, e continenza nel linguaggio e nell’uso delle immagini».
Si tratta di questioni di coscienza e di rispetto di norme deontologiche consolidate da tempo su cui più volte i giornalisti e l’opinione pubblica si sono interrogati in questi giorni di guerra. Questioni sulle quali il sindacato dei giornalisti e delle giornaliste del Lazio può e deve farsi carico di un confronto con colleghe e colleghi su cui ricade quotidianamente la responsabilità di governare dinamiche redazionali e relazioni sindacali con gli editori e i direttori che li rappresentano.
Per questi motivi, i sottoscritti Consiglieri del Direttivo dell’Associazione stampa romana – ai sensi del comma 9 dell’articolo 16 dello Statuto dell’Asr – chiedono la convocazione di una riunione congiunta del Consiglio direttivo e della Consulta sindacale, alla quale invitare i vertici degli Ordini nazionale e regionale, per confrontarci con i Cdr, i Fiduciari di redazione e i rappresentanti dei lavoratori autonomi su come si esplicita il lavoro di informazione su temi che scuotono le coscienze dell’opinione pubblica e sugli strumenti da mettere in campo perché questa informazione avvenga nel pieno rispetto delle norme deontologiche della professione di giornalista.
I Consiglieri
Emilio Albertario
Cristina Cosentino
Maurizio Di Schino
Angelica Fiore
Grazia Leone
Daniele Macheda
Massimo Marciano
Sonia Oranges
Vincenzo Piegari
Marina Testa
Marco Vignudelli
Arianna Voto
Anna Silvia Zippel
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